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NUOVE RICERCHE SULL’ORIGINE DEL NOME SAN BRANCATO

Il quartiere di Sant'Arcangelo è dedicato a San Pancrazio e non a San Barbato


Tutti coloro che si sono occupati della storia di Sant'Arcangelo fanno derivare l'origine del paese dai Longobardi che lo avrebbero fondato nel se. VII dopo la vittoria sui Greci bizantini nel 650 e fanno derivare il nome San Brancato dalla corruzione del nome S. Barbato vescovo di Benevento che avrebbe convertito i Longobardi ariani alla fede cattolica. In particolare Gerardo Giocoli in "Notizie storiche di Sant'Arcangelo" afferma che "i longobardi di Benevento avendo riportata vittoria sui greci l'8 maggio del 650, un prete a nome Barbato, fece capire loro che dovevano la vittoria al patrocinio di S. Michele Arcangelo, la cui festa celebratasi proprio in quel giorno". I longobardi allora in onore di S. Michele edificarono chiese e paesi tra cui il nostro, e vicino S. Arcangelo "in memoria del loro vescovo chiamarono quella contrada San Brancato". Dello stesso parere è il figlio Antonio Giocoli pure autore di una "storia di S. Arcangelo" e G. Guarini che nella monografia sulle "Origini di S. Arcangelo di Lucania" sposa pienamente l'ipotesi longobarda ed arricchisce il testo di interessanti notizie su San Brancato.
Anche don Luigi Branco nel suo libro "S. Arcangelo"a pag. 14 afferma: "Una prova dell'origine longobarda di S. Arcangelo potrebbe essere il fatto che la contrada ove recentemente è sorto il nuovo centro di San Brancato, sarebbe stata chiamato così per corruzione del nome S. Barbato".
Vito De Filippo invece a pag.22 delle sue "Linee di storia su S. Arcangelo" riporta la tesi di Giocoli e quella del Pennetti (che fa derivare San Brancato da un'alterazione del nome San Pancrazio) aggiungendo però che "l'una e l'altra ipotesi hanno più sapore di leggenda che di storia".
Quindi secondo la tesi dominante il toponimo San Brancato deriverebbe da San Barbato vescovo di Benevento che nel VII sec. avrebbe convertito i Longobardi al cattolicesimo. A parte il fatto che San Barbato più che convertire i Longobardi si sarebbe interessato della conciliazione di questi (ariani) con i Bizantini (cattolici) (Dizionario enciclopedico Treccani, vol.II, pag.74) e a parte il fatto che dal punto di vista fonetico è difficile spiegare come da Barbato si arrivi a Brancato, esistono documenti che attestano senza possibilità di dubbio che vicino S. Arcangelo ancora nel XII secolo esisteva una chiesa dedicata a San Pancrazio.
Già Giuseppe Pennetti, nel testo "Concessioni e grazie fatte dai principi Carafa 1901", riportando alcune notizie storiche su S. Arcangelo, afferma l'esistenza di un documento nell'archivio di Cava del 1146 in cui si legge che Giovanni vescovo di Anglona "pone sotto la giurisdizione dell'abate di S. Maria di Cersosimo la chiesa di San Pancrazio nel territorio di S. Arcangelo". Questa chiesa era stata data all'abate di Cersosimo, che dipendeva da quello di Cava da Andrea fratello di Argiro di S. Arcangelo. Nel documento originale è detto "Andreas frater Argiri cum omni parentela sua, de eadem civitate Sancti Archangeli habitantes" (Di Meo - Annali, vol. VII, pag. 227).
Altre notizie sulla chiesa di San Pancrazio sono riportate da Rocco Bruno nel libro "Anglona, 1984). L'autore, facendo la cronistoria dei vari vescovi di Anglona, accenna ad una bolla del vescovo Giovanni del 1144 in cui viene confermato all'abazie di Cava e a S. Maria di Cersosimo la chiesa di San Pancrazio vicino S. Arcangelo (pag.44 e 51), altre notizie su detta chiesa sono riportate a pag.112 della "Storia di Tursi". Quindi, attraverso la documentazione citata, si può stabilire che presso S. Arcangelo esisteva una chiesa dedicata a San Pancrazio e che certamente vicino alla chiesa doveva anche esserci un borgo o un casale. E' possibile arguire ciò dal fatto che dal catalogo dei feudi compilato tra il 1154 e il 1168 si legge che S. Arcangelo era un feudo di 6 militi (feudo piuttosto considerevole in quanto dava al feudatario una rendita di 120 once, oppure forniva un drappello di 18 cavalieri completamente armati e 36 scudieri). Il feudo apparteneva a Berteraimo conte di Andria ed era diviso in tre nuclei abitativi. Il nucleo più grosso era di 4 militi e corrisponderebbe all'attuale centro storica, altri due più piccoli di un milite l'uno probabilmente corrispondono a San Brancato e alla zona chiamata ora "Derroite" (case dirute, ruderi).I vari feudi erano stati dati da Berteraimo ai seguenti suffeudatari: Guglielmo Maresciallo, Ruggero di Oggiano (Di Meo - Annali, vol.X, pag.441). Quindi la contrada San Brancato avrebbe preso il nome dalla chiesa di San Pancrazio, d'altronde anche il rione S. Anna, quello del Convento e la contrada S. Maria di Orsoleo hanno preso il nome dalle omonime chiese.
A questo punto c'è da chiarire come il toponimo S. Pancrazio è diventato S. Brancato; naturalmente c'è da ipotizzare che il mutamento sia avvenuto gradualmente. Un primo mutamento si è avuto riducendo la sillaba finale PancraZIO o PancraTIO (forma latina) in PancraTO, mentre dal punto di vista fonetico si è avuta la posposizione della r dalla seconda alla prima sillaba PANCRATO e la trasformazione della labiale P in B BRANCATO. Provare per credere. Fate pronunciare la parola San Pancrazio a chi ancora parla strettamente il dialetto locale e vi accorgerete che pronuncerà una parola molto simile a San Brancato.
I problemi sull'origine di San Brancato non sono però finiti: da chi e quando è stata fondata la Chiesa di San Pancrazio? Dove è il sito del feudo di un milite citato nel catasto dei feudi? Ha avuto un impianto ex novo o è sorto sull'antico centro lucano? Sono problemi che possono essere gradualmente chiariti attraverso lo studio, la ricerca, e soprattutto l'amore per il proprio paese. Per ora è solo possibile rispondere al primo interrogativo: da chi e quando è stata costruita la Chiesa di San Pancrazio. A mio avviso essa è stata edificata con ogni probabilità nel X secolo dai monaci greco-bizantini presenti abbondantemente nella zona. L'ipotesi è suffragata da diverse buone ragioni, l'una perché nel sec. X nella zona vennero elevate numerosissime chiese e conventi sempre dai monaci basiliani; due perché i martiri della fede come San Lorenzo, San Pancrazio ecc. sono stati sempre tenuti nella massima considerazione nell'agiografia bizantina, ed infine perché nello stesso periodo venne edificata un'altra chiesa dedicata a San Pancrazio nella zona del medio Sinni vicino all'abbazia di Carbone (Storia del monastero di Carbone di Geltrude Robinson, pagg.30-38). L'ipotesi bizantina dell'origine della chiesa e della contrada San Brancato non è oziosa in quanto pone anche il problema di rivedere in modo più critico l'origine stessa del nome Sant'Arcargelo; ma questo in un prossimo articolo.


Articolo pubblicato sul mensile lucano "Orsoleo"
Pubblicazione autorizzata dall'autore

Autore: Giuseppe Cudemo

 

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